lunedì 23 settembre 2019

Relazione generale sull’attività dell’Unione europea — 2011


Prefazione di José Manuel Barroso

Il 2011 è stato un anno in cui la volontà degli europei di affrontare le crisi è stata messa nuovamente a durissima prova. L’Unione europea ha dovuto affrontare una serie di sfide che richiedevano risposte immediate e sostenute, dall’attuale crisi economica e finanziaria alle rivolte in Nordafrica e nel Medio Oriente, alle negoziazioni mondiali sul cambiamento climatico, sul commercio e sullo sviluppo internazionali.
L’Unione europea ha fatto notevoli passi avanti verso una più profonda integrazione.
Siamo dipendenti l’uno dall’altro come mai prima. Questo ci porta notevoli vantaggi ma anche grandi responsabilità. La crisi ci ha dimostrato che dobbiamo fare di più per assumere pienamente tali responsabilità. Adesso tutti noi nell’Unione l’abbiamo capito ancora meglio. Nel 2011 le nostre discussioni e decisioni sono state generalmente orientate verso legami più forti anziché più deboli, verso un’Unione europea più unita e più integrata.

L’anno è stato dominato dalla crisi economica e finanziaria. La crisi si è diffusa ben al di là del settore finanziario ed economico e ha sollevato problemi decisivi in merito alla determinazione politica e alla fiducia nella zona euro. La fiducia si può perdere in un giorno ma per riconquistarla serve molto più tempo. Ecco perché è necessaria una reazione veramente completa.

Lo scorso anno abbiamo proseguito la riforma fondamentale delle politiche economiche dell’Unione. Sono stati istituiti meccanismi audaci di convergenza economica, controllo di bilancio e sanzioni e se ne stanno preparando altri. Abbiamo
continuato a operare per rafforzare ulteriormente le barriere e la potenza dei mezzi a disposizione per aiutare qualsiasi paese della zona euro che dovesse trovarsi in difficoltà. Per quanto riguarda il lungo termine, stiamo esaminando la possibilità di emettere obbligazioni comuni nella zona euro come conseguenza naturale di maggiore convergenza e come fattore chiave per il mantenimento della fiducia nella nostra unione monetaria.

Questa strategia è stata rispecchiata dall’attività della Commissione volta a creare le condizioni strutturali per la crescita futura. Usando la spesa per uscire dalla crisi ci si indebiterebbe nuovamente, ed è una via che non possiamo percorrere. La Commissione ha infatti presentato proposte di riforme strutturali, unitamente a investimenti mirati, al fine di rendere le nostre economie più competitive e di promuovere la crescita su una base solida e sostenibile. Per sostenere questa strategia abbiamo potenziato la liquidità e la capacità di prestito a breve termine delle nostre banche, introducendo la normativa più rigorosa al mondo e il controllo del nostro settore finanziario per evitare problemi simili in futuro. Abbiamo assistito tre Stati membri della zona euro in difficoltà mediante programmi di adeguamento e abbiamo adottato misure specifiche per aiutare la Grecia a rispettare i suoi impegni. È stata creata una task force speciale per fornire assistenza tecnica e amministrativa al paese e per garantire che si faccia pienamente ricorso ai fondi strutturali per migliorare la competitività, promuovere la crescita e affrontare la disoccupazione.

La Commissione ha anche guardato al di là dell’attuale crisi e ha presentato una proposta di bilancio per il periodo 2014-2020 ambiziosa e responsabile, un bilancio
che porterà concreti benefici ai cittadini e alle imprese dell’Europa.

Il 2011 sarà ricordato nei libri di storia come l’anno in cui i cittadini sono scesi in piazza nel Nordafrica e nel Medio Oriente per chiedere democrazia e cambiamento.
L’Unione europea ha reagito immediatamente, prima con una nuova strategia per il Mediterraneo meridionale e poi con una completa revisione delle modalità di attuazione della politica europea di vicinato. L’Unione europea è intervenuta per aiutare chiunque abbia combattuto per la libertà, la democrazia e la prosperità.

L’Unione europea ha anche reagito immediatamente per fornire aiuto nel mondo
a chiunque avesse difficoltà, con una veloce assistenza in seguito a terremoto, tsunami e disastro nucleare in Giappone e con il grande impegno umanitario nel
Corno d’Africa colpito dalla siccità.

Nell’ultimo anno l’Unione europea ha lavorato senza sosta per mantenere ai primi
posti del programma politico la lotta al cambiamento climatico. Il pacchetto di Durban concordato in dicembre lascia spazio all’ottimismo sul raggiungimento di
una tabella di marcia chiara verso una decisione vincolante. L’Unione europea ha
anche continuato a intervenire affinché si giunga alla conclusione di un accordo sul commercio mondiale, continuando a negoziare anche accordi commerciali bilaterali.

Nel 2011 l’Unione europea ha dimostrato che la crisi attuale non modifica i nostri
impegni nei confronti di chi desidera aderire alla nostra Unione. Dopo aver ultimato
positivamente il processo di negoziazione, la Croazia sta diventando il nostro
ventottesimo Stato membro, dimostrando che una politica di allargamento decisa e credibile è nell’interesse fondamentale dell’Europa.

La Relazione generale 2011 fornisce una panoramica dettagliata delle attività dell’Unione europea negli ultimi dodici mesi. Il cammino percorso è stato lungo e
faticoso, ma ci siamo avvicinati all’obiettivo, un obiettivo condiviso e ribadito dagli odierni leader europei. Spero che la Relazione generale illustri il punto di riferimento delle iniziative che abbiamo intrapreso per riportare l’Europa sul cammino della prosperità e della solidarietà.




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