Prefazione
di José
Manuel Barroso
Il
2011 è stato un anno in cui la volontà degli europei di affrontare
le crisi è stata messa nuovamente a durissima prova. L’Unione
europea ha dovuto affrontare una serie di sfide che richiedevano
risposte immediate e sostenute, dall’attuale crisi economica e
finanziaria alle rivolte in Nordafrica e nel Medio Oriente, alle
negoziazioni mondiali sul cambiamento climatico, sul commercio e
sullo sviluppo internazionali.
L’Unione
europea ha fatto notevoli passi avanti verso una più profonda
integrazione.
Siamo
dipendenti l’uno dall’altro come mai prima. Questo ci porta
notevoli vantaggi ma anche grandi responsabilità. La crisi ci ha
dimostrato che dobbiamo fare di più per assumere pienamente tali
responsabilità. Adesso tutti noi nell’Unione l’abbiamo capito
ancora meglio. Nel 2011 le nostre discussioni e decisioni sono state
generalmente orientate verso legami più forti anziché più deboli,
verso un’Unione europea più unita e più integrata.
L’anno
è stato dominato dalla crisi economica e finanziaria. La crisi si è
diffusa ben al di là del settore finanziario ed economico e ha
sollevato problemi decisivi in merito alla determinazione politica e
alla fiducia nella zona euro. La fiducia si può perdere in un giorno
ma per riconquistarla serve molto più tempo. Ecco perché è
necessaria una reazione veramente completa.
Lo
scorso anno abbiamo proseguito la riforma fondamentale delle
politiche economiche dell’Unione. Sono stati istituiti meccanismi
audaci di convergenza economica, controllo di bilancio e sanzioni e
se ne stanno preparando altri. Abbiamo
continuato
a operare per rafforzare ulteriormente le barriere e la potenza dei
mezzi a disposizione per aiutare qualsiasi paese della zona euro che
dovesse trovarsi in difficoltà. Per quanto riguarda il lungo
termine, stiamo esaminando la possibilità di emettere obbligazioni
comuni nella zona euro come conseguenza naturale di maggiore
convergenza e come fattore chiave per il mantenimento della fiducia
nella nostra unione monetaria.
Questa
strategia è stata rispecchiata dall’attività della Commissione
volta a creare le condizioni strutturali per la crescita futura.
Usando la spesa per uscire dalla crisi ci si indebiterebbe
nuovamente, ed è una via che non possiamo percorrere. La Commissione
ha infatti presentato proposte di riforme strutturali, unitamente a
investimenti mirati, al fine di rendere le nostre economie più
competitive e di promuovere la crescita su una base solida e
sostenibile. Per sostenere questa strategia abbiamo potenziato la
liquidità e la capacità di prestito a breve termine delle nostre
banche, introducendo la normativa più rigorosa al mondo e il
controllo del nostro settore finanziario per evitare problemi simili
in futuro. Abbiamo assistito tre Stati membri della zona euro in
difficoltà mediante programmi di adeguamento e abbiamo adottato
misure specifiche per aiutare la Grecia a rispettare i suoi impegni.
È stata creata una task force speciale per fornire assistenza
tecnica e amministrativa al paese e per garantire che si faccia
pienamente ricorso ai fondi strutturali per migliorare la
competitività, promuovere la crescita e affrontare la
disoccupazione.
La
Commissione ha anche guardato al di là dell’attuale crisi e ha
presentato una proposta di bilancio per il periodo 2014-2020
ambiziosa e responsabile, un bilancio
che
porterà concreti benefici ai cittadini e alle imprese dell’Europa.
Il
2011 sarà ricordato nei libri di storia come l’anno in cui i
cittadini sono scesi in piazza nel Nordafrica e nel Medio Oriente per
chiedere democrazia e cambiamento.
L’Unione
europea ha reagito immediatamente, prima con una nuova strategia per
il Mediterraneo meridionale e poi con una completa revisione delle
modalità di attuazione della politica europea di vicinato. L’Unione
europea è intervenuta per aiutare chiunque abbia combattuto per la
libertà, la democrazia e la prosperità.
L’Unione
europea ha anche reagito immediatamente per fornire aiuto nel mondo
a
chiunque avesse difficoltà, con una veloce assistenza in seguito a
terremoto, tsunami e disastro nucleare in Giappone e con il grande
impegno umanitario nel
Corno
d’Africa colpito dalla siccità.
Nell’ultimo
anno l’Unione europea ha lavorato senza sosta per mantenere ai
primi
posti
del programma politico la lotta al cambiamento climatico. Il
pacchetto di Durban concordato in dicembre lascia spazio
all’ottimismo sul raggiungimento di
una
tabella di marcia chiara verso una decisione vincolante. L’Unione
europea ha
anche
continuato a intervenire affinché si giunga alla conclusione di un
accordo sul commercio mondiale, continuando a negoziare anche accordi
commerciali bilaterali.
Nel
2011 l’Unione europea ha dimostrato che la crisi attuale non
modifica i nostri
impegni
nei confronti di chi desidera aderire alla nostra Unione. Dopo aver
ultimato
positivamente
il processo di negoziazione, la Croazia sta diventando il nostro
ventottesimo
Stato membro, dimostrando che una politica di allargamento decisa e
credibile è nell’interesse fondamentale dell’Europa.
La
Relazione generale 2011 fornisce una panoramica dettagliata delle
attività dell’Unione europea negli ultimi dodici mesi. Il cammino
percorso è stato lungo e
faticoso,
ma ci siamo avvicinati all’obiettivo, un obiettivo condiviso e
ribadito dagli odierni leader europei. Spero che la Relazione
generale illustri il punto di riferimento delle iniziative che
abbiamo intrapreso per riportare l’Europa sul cammino della
prosperità e della solidarietà.
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